Storie

Si è appena concluso il secondo ciclo del laboratorio Una mappa per Palombella denominato STORIE, nel quale si è cercato, attraverso il contributo di residenti ed ex residenti, di tessere le dinamiche di cambiamento che hanno attraversato e letteralmente travolto il quartiere negli ultimi 70 anni, ricucendo il legame profondo con il passato e con la vita comunitaria di un tempo.

A partire dalla mappa della Palombella “contemporanea”, risultato del precedente ciclo MAPPE, i partecipanti hanno disegnato il quartiere di un tempo, con le sue numerose botteghe artigiane, gli spazi aggregativi e produttivi, ricchi di aneddoti, storie e personaggi significativi.
In una duplice dimensione legata alla loro collocazione fisica e temporale, sono state raccolte importanti informazioni sui maggiori eventi (ambientali e storici) che hanno segnato l’attuale configurazione del quartiere e le sue dinamiche evolutive.

Attraverso le parole dei partecipanti è così progressivamente emersa la fotografia di una comunità vivace e coesa, che era solita riunirsi attorno a luoghi di aggregazione forti come l’oratorio, la spiaggia (un tempo direttamente accessibile dal quartiere), la pista da ballo nota come Scacco Rosso e la Casa del Popolo, vero pilastro sociale dell’area; che abitava un quartiere ricco di servizi e negozi di prossimità – i due forni, la scuola, gli spacci alimentari e la macelleria, l’ambulatorio medico e la farmacia, solo per citarne alcuni – e di artigiani, che si susseguivano lungo la Flaminia con le loro botteghe conosciute da tutti.
La storia del quartiere è costellata anche di cicatrici, indelebilmente impresse nella memoria collettiva; la guerra, il rovinoso terremoto del 1972 e, dieci anni dopo, la frana della Rupe che da Palombella risale verso Posatora, hanno trasformato la fisionomia dell’area, deviandone per sempre l’evoluzione urbana.

A conclusione del lavoro, tutti gli aneddoti e i personaggi emersi sono stati raggruppati in macro-ambiti tematici, riconosciuti dai partecipanti come significativi, e che saranno da spunto per i laboratori artistici di Palombellissima:
le storie del MONTE (la Rupe), le storie del MARE, le storie degli ARTIGIANI, le storie dell’AGGREGAZIONE, le storie del CAMBIAMENTO.

Ascoltare il quartiere

Per lavorare sull’identità della Palombella, abbiamo scelto di indagare anche le dinamiche dell’ambiente sonoro, utilizzando l’ascolto come metodo di ricerca.
Cosa possono dirci i suoni circa la storia e le trasformazioni che stanno caratterizzando il quartiere?

Il dibattito contemporaneo concepisce lo spazio come entità complessa, composta da elementi materiali e immateriali quali immagine, colore, luce, suono. Date le sue caratteristiche fisiche e simboliche, il suono, in particolare, si distingue come un parametro fortemente identitario, ragion per cui una lettura critica del paesaggio sonoro può contribuire a far emergere elementi utili nella comprensione delle geografie urbane e sociali.

Numerosi studi hanno messo in evidenza le trasformazioni del paesaggio sonoro nella città contemporanea, arricchitosi di nuove componenti come la presenza simultanea di più lingue, la rumorosità del traffico, la confusione dei mercati, che si contrappongono al paesaggio sonoro quieto dei centri storici e al silenzio delle aree agricole.

La complessità e la variabilità della sonorità urbana contemporanea offrono spunti molteplici alle pratiche progettuali interessate ad indagare le connessioni tra ambiente sonoro e questioni urbane e territoriali, come il divario centro-periferie, e ad utilizzare la pratica dell’ascolto per ricercare le cause “sonore” di questioni come lo spopolamento, la gentrificazione, i conflitti identitari e, più in generale, la qualità dello spazio pubblico.

E’ a partire da queste riflessioni che abbiamo pensato di inserire nel programma di Palombellissima! il laboratorio “Il suono della Palombella”, curato dal sound designer Alessio Ballerini, in programma a dicembre. Il laboratorio si basa sulla ricerca degli elementi acustici identitari del quartiere, attraverso la raccolta di testimonianze orali e l’ascolto dell’ambiente sonoro che lo caratterizza. I frammenti sonori raccolti saranno utilizzati dai partecipanti per comporre delle soundscape composition, che confluiranno in una più ampia mappatura acustica della Palombella, da presentare in occasione del festival in programma a febbraio 2020, che possa servire come forza positiva in grado di orientare forme di rinnovamento sociale.

L’attività si intreccia con il precedente workshop di mappatura partecipata svolta con i residenti, che ha contribuito ad identificare le caratteristiche acustiche peculiari della Palombella di ieri e di oggi e quindi il progetto di paesaggio sonoro da costruire durante il laboratorio.

Per maggiori informazioni sul laboratorio “Il suono della Palombella” clicca qui!

Per una geografia emotiva dei luoghi

Lo scorso 28 settembre si è avviato il percorso laboratoriale, dedicato a residenti ed ex residenti della Palombella, che mira a realizzare una “mappa emotiva” del quartiere attraverso un’esperienza immersiva quale occasione di riflessione collettiva sulle specificità locali distintive del luogo in cui si abita.

“Una mappa per Palombella” – questo il nome del laboratorio – si compone di tre cicli di appuntamenti:
Mappe_disegniamo la Palombella com’è (28 settembre e 6 ottobre)
Storie_raccontiamo la Palombella com’era (19 e 27 ottobre)
Prospettive_immaginiamo la Palombella come sarà (9 e 17 novembre)

Il principale obiettivo del primo ciclo, MAPPE, è stato quello di rappresentare, sovrapponendole, le prospettive dei residenti sul contesto della Palombella, individuando i luoghi e gli edifici particolarmente significativi, le geografie dell’abbandono e del conflitto, gli spazi marginali e quelli dimenticati.

A partire da quello che è stato riconosciuto da tutti come il confine iniziale dell’area (via Flaminia), i partecipanti sono stati invitati a disegnare liberamente la mappa del quartiere, cercando di indicare tutti i luoghi che ricordano, che usano e che vivono senza necessariamente rappresentare fedelmente la geografia dei luoghi o la correttezza dimensionale degli immobili.
Durante le attività sono state raccolte informazioni preziose circa l’uso, la percezione e il valore intrinseco degli spazi urbani, dato dalla modalità con cui essi sono stati citati e descritti, e dall’osservazione postuma della mappa si sono affrontate riflessioni circa i luoghi, definiti marginali, che non sono stati indicati nella rappresentazione grafica del quartiere. 

A conclusione del primo ciclo di appuntamenti dedicati alla mappatura della Palombella com’è oggi, sono stati così individuati i 5 luoghi più rappresentativi del quartiere, che saranno oggetto di successive riflessioni, anche grazie ai laboratori artistici che Palombellissima ha in programma:
le rupi di Posatora, le archeologie industriali (ex Angelini e ex Birrificio Dreher), la Casa del Popolo, i bar, la chiesetta.